VENEZIA – Dopo undici giorni di film, incontri, masterclass, tappeti rossi è arrivato il momento del verdetto. La giuria guidata da Isabelle Huppert con, tra gli altri, l’italiano Giuseppe Tornatore e la maestra di cerimonie, la madrina Sveva Alviti, tra gli ospiti Kevin Costner (che ha presentato il secondo capitolo del western Horizon), Alexander Skargard e Susan Sarandon. Il film di chiusura è il gotico L’orto americano di Pupi Avati, una storia ambientata dopo la seconda guerra mondiale tra l’Italia e l’America con protagonista Filippo Scotti, che tre anni fa fu premiato qui a Venezia per il film di Sorrentino.
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Premio Orizzonti per il migliore attore a Francesco Gheghi per ‘Familia’
Il premio Orizzonti per il migliore attore a Francesco Gheghi per Familia, storia di violenza domestica ispirata a una storia vera. Emozionatissimo l’attore ventunenne ha detto: “Il premio è pesante, non ho imparato il discorso a memoria perché avrei faticato più che a fare il film. Grazie per questo riconoscimento e per avermi fatto piangere e vorrei condividere questo premio con tutti gli attori della mia generazione. Ringrazio Francesco Costabile per la fiducia e tutto il cast per avermi accompagnato con forza in questa storia. Dedico il premio alla mia mamma e a mio papà per aver fatto crescere un bambino con serenità che come questo film ha dimostrato diamo troppo per scontato. A Gigi Celeste grazie per aver condiviso la tua storia e il tuo dolore”.
Leone del futuro a ‘Familiar touch’ di Sarah Friedland
Giuseppe Tornatore ha consegnato gli assegni per regista e produttore da 50.000 dollari l'uno per la migliore opera prima, un premio in memoria di Luigi De Laurentiis. “Che - ha detto Tornatore - ha sempre guardato ai giovani come traghettatori verso il futuro”. Il premio è andato al film Familiar touch di Sarah Friedland. Familiar Touch è un film di (tarda) formazione. Segue una donna ottantenne nella transizione alla vita in una casa di cura, mentre affronta il rapporto conflittuale con sé stessa e le persone che la assistono, tra il mutare della sua memoria, dei suoi desideri e della percezione della propria età. La regista in quanto ebrea americana ha voluto rivolgere parole contro “il genocidio di Gaza” e si è detta “solidale con le popolazioni palestinesi”.
Nanni Moretti contro “la prossima pessima legge sul cinema”
Nanni Moretti è stato premiato per il restauro di Ecce Bombo e dal palco ha detto: “Ringrazio le ragazze e i ragazzi della giuria guidata da Renato De Maria per questo premio inaspettato ed esagerato: c'erano film di De Sica, Antonioni, Lang, Hawks, Brooks. Grazie ma forse avete esagerato! Questo vuol dire che così dopo tanto tempo questo vecchio film riesce ancora a parlare a un pubblico di oggi e addirittura giovane pubblico. Mi stupisce e mi fa piacere. Ai colleghi produttori e registi dico: dovremmo essere più reattivi nei confronti della prossima pessima legge sul cinema”. Un messaggio che arriva diretto al neoministro Alessandro Giuli, seduto accanto al presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco.
Si parte con l’entusiasmo di Sveva Alviti e i premi di Venice Immersive
“Finalmente il momento che tutti aspettavamo – ha detto la madrina Sveva Alviti – la parola che più si addice è: entusiasmo per i film della Mostra per il pubblico, gli attori e i registi, e tutti quelli che li aspettavano lì fuori. Grazie a voi che lo avete reso possibile!” Poi inizia la premiazione con i riconoscimenti per Venice Immersive, la sezione di realtà virtuale. Che è andato a Impulse: playing with reality di Barry Gene Murphy e May Abdalla. Premio della giuria a Oto’s planet di Gwanael Francois. Il Gran premio è andato a Ito Meikyu di Boris Labbe.
Lindon e i suoi “figli” sul tappeto rosso della Mostra
Vincent Lindon corre verso il pubblico assiepato sulle transenne per firmare autografi e selfie e scoccare baci sulle guance. è il protagonista del film francese francese Jouer avec le feux delle sorelle registe Delphine Coulin e Muriel Coulin. Lindon si è poi fermato a chiacchierare col maestro spagnolo Lindon è accompagnato dai giovani attori che nel film interpretano i suoi figli: Benjamin Voisin e Stefan Crapon.
Vamonos Pedro!
Pedro Almodóvar in abito scuro senza cravatta ma con l'inseparabile fratello produttore Agustin è arrivato al Palazzo del cinema, segnale che il suo primo film in lingua inglese La stanza accanto ha vinto qualcosa in questa edizione della Mostra. Dove ha già ricevuto nel 2019 il Leone d'oro alla carriera. Dal pubblico sulle transenne è già ovazione e c'è chi lo incita in spagnolo: Vamonos Pedro!
C’è la regista italiana Maura Delpero
Tra i primi volti che potrebbero ricevere un riconoscimento questa sera c’è la regista Maura Delpero. Che era in concorso alla Mostra con Vermiglio, storia montana ambientata nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale. La sua presenza sul tappeto rosso fa sperare l’Italia.
Stefano De Martino è sul red carpet
Sul tappeto rosso della Mostra del cinema anche Stefano De Martino. Nel pieno della popolarità per la trasmissione Affari tuoi.
Taylor Russell, la protagonista di ‘Bones and all’ di Guadagnino
Tra i primi a sfilare i giurati della giuria che assegna il premio all’Opera prima, c’è anche l’attrice canadese Taylor Russell che due anni fa era a Venezia come protagonista del film di Luca Guadagnino Bones and all.
La madrina Sveva Alviti, il finale è con la famiglia
Come da tradizione la prima ad apparire sul tappeto rosso è la madrina Sveva Alviti. Che per la serata finale si è fatta accompagnare dai genitori e dalla sorella Sara.
Premi collaterali: alle Giornate degli Autori vince il brasiliano ‘Manas’
Il film vincitore delle Giornate degli Autori è Manas di Marianna Brennand, che punta i riflettori su una provincia sconosciuta del Brasile ambientandovi una storia dal valore universale. Taxi Monamour di Ciro De Caro vince il Premio del Pubblico mentre a guadagnarsi l’Europa Cinemas Venice Label è Alpha dell’olandese Jan-Willem van Ewijk, un thriller d’autore destinato a conquistare anche il grande pubblico europeo.
Kevin Costner: “Il mio western non è un messaggio politico ma un promemoria per il mio paese”
Kevin Costner porta il secondo episodio della sua saga western Horizon dopo aver esordito col primo al festival di Cannes: "Non è un messaggio per il mio paese; è un promemoria per il mio paese di quanto sia stato difficile per le persone intraprendere questo viaggio... Non è un messaggio politico per nessuno. I film ci parlano, e quando le luci si spengono, parlano ai nostri cuori individualmente. Possiamo tutti guardare la stessa cosa al buio, vivremo tutti lo stesso sogno, ma avrà un significato diverso per tutti noi". E poi promette: “Non so come farò a fare il terzo capitolo ma ci riuscirò”.